venerdì 18 novembre 2016

La catena, il lucchetto ed il Montorli

Erano i primi anni settanta e su una collina tra le più belle del paese un gruppo di giovani e meno giovani decisero di dare forma ad un sogno, il calcio a Boville.
Avevamo la squadra, anzi due squadre, la Bovillense ed il Boville e non avevamo un campo. E cosi, dopo l'umiliazione di doverlo chiedere in prestito agli "odiati" cugini di Monte San Giovanni Campano un gruppo di imprenditori in rampa di lancio e di giovani di buone speranze decisero di costruirselo, un campo sportivo. Sul punto più alto di una delle colline più belle, con un panorama mozzafiato e tanto spazio intorno per costruire tribuna, spogliatoi e parcheggi. Pietro Fabrizi, Umberto Mizzoni, Antonio Guglielmi, il direttore didattico Di Mario, Salvatore Botticelli con  i suoi mezzi di movimento terra, giovani ed anziani : tutti misero a modo loro una pietra, un granello di sabbia al Montorli.

Erano lungimiranti quegli uomini che avevano visto con i loro occhi, da bambini, la povertà e qualcuno anche la guerra. Un campo sportivo dove fare sport, divertirsi ed andare a tifare ma anche un pochino sognare la domenica, magari con un orecchio alla radiolina per sentire le ultime della serie A. Si giocava tutti di domenica, tutti alla stessa ora, non c'erano anticipi e posticipi, molti non avevano ancora la televisione, figurarsi il satellite. L'Inter era stata da poco ceduta a Fraizzoli da Moratti padre e Berlusconi non era che un minuscolo imprenditore della periferia milanese.

I tempi cambiano, i sogni sono duri a morire.

Stamattina però il sogno di quegli uomini è stato scalfito ma non la loro memoria. Così. dopo aver messo i lucchetti al campo di San Lucio, dopo aver chiuso anche la palestra e fatto fuggire la pallavolo oggi è stato il turno del Montorli.

Politica, ripicche stupide, piccoli uomini a confronto di "giganti" che hanno costruito invece che distrutto e lasciato macerie.
Ci toccherà andare a giocare ancora a Monte San Giovanni? No, il Montorli riaprirà presto. Regalerà ancora emozioni e piccoli sogni. E sarà ancora più bello.

Il sogno di quei ragazzi di allora è più forte di tutto e di tutti. Anche di Piero e dei suoi burocrati.

venerdì 28 ottobre 2016

Centriglio, terra di suggestioni e tori perplessi

Già, da sempre Centriglio è una terra di suggestioni e di tori perplessi.

E, a proposito di corna, mancano poche ore e potremmo chiedere a Bill Centriglio, per tutti Memmo, le ragioni del tradimento tra lui e Piero. Primo eletto nella lista di Piero Fabrizi, un tempo erano uno l'ombra dell'altro; capitava di incontrarli spesso, insieme. 
Quasi un anno fa la rottura e dopo essersi rifugiato per mesi nel politichese tra poche ore Memmo scenderà nell'arena.


Il discorso, le domande del pubblico, la carta stampata, gli amici sostenitori e le spie inviate dagli avversari. 
E lui, uomo cresciuto a Centriglio, da sempre terra di tori, vestirà gli abiti del matador. Si, come le corride in Spagna. 
In una mano avrà il drappo rosso, nell'altra gli appunti con i quali cercherà di convincere la cittadinanza baucana, inviperita ed impoverita, a votare le tariffe dell'Acea. Non sarà facile.

Chissà se un giorno sapremo la verità sulla rottura tra Piero e Memmo; di sicuro la storia è fatta di strani incroci. Senza Mussolini, ad esempio, non ci sarebbe stato De Gasperi. E mentre negli Usa il vecchio Bill, quello vero, ha lasciato il posto alla moglie, al borgo è successo il contrario con Memmo che ha voluto la scena tutta per sè. 

Ora però i momenti loculliani e di bisboccia sono finiti. L'assemblea organizzata da Bill apre di fatto la campagna elettorale. Piero non ci sarà stavolta, non ci sarà come avversario e non ci sarà come alleato. Non ci sarà nemmeno Anthony Astolfi, compagno (!) di militanza nel sottobosco seguito alla scomparsa della Democrazia Cristiana e tra i papabili avversari. Ma nel frattempo, poco importa. 

Le corride finiscono quasi sempre con gli applausi per il matador ma nell'arena, si sa, ogni tanto i tori giocano brutti scherzi. 


martedì 11 ottobre 2016

Il Ciociaro Club sceglie Boville

Noi lo bacchettiamo sempre ma c'è qualcosa che Piero sta facendo abbastanza bene, almeno nelle intenzioni : l'idea di far crescere Boville nel turismo.
Non è un impresa semplice, soprattutto con questi chiari di luna. I comuni hanno davvero poche risorse da investire ed i cittadini, anche loro, devono far quadrare i conti per arrivare a fine mese. L'idea è sicuramente bella e, diciamoci la verità, anche ambiziosa.
Una mano potrebbero darcela gli amici del Ciociaro Club di Windsor, in Canada. I nostri conterranei che ormai da decenni vivono nella cittadina canadese affacciata sul lago Saint Clair e dirimpettaia di Detroit, negli Usa, ha deciso di eleggere Boville quale Paese dell'anno. Un motivo di vanto per tutti i baucani residenti all'estero, una bella occasione per noi di promuovere il nostro borgo nel continente nord americano. Nei giorni scorsi la bella notizia è giunta al borgo con tanto di conferma da parte del patron del club, Giulio Malandruccolo. Nella prossima primavera quindi i nostri amministratori si recheranno in Ontario per festeggiare questa speciale ricorrenza; si spera che nella prossima estate tanti emigrati e tanti altri canadesi coglieranno l'occasione di visitare Boville e scoprirne le sue bellezze naturali insieme ad un patrimonio artistico di primo piano.
Nella foto l'Ambassador Bridge che collega il Canada agli Usa. Riusciremo a costruire un ponte anche noi?

giovedì 6 ottobre 2016

I funerali, il calcio e la pizza con la mortadella

Alla fine, cosa rimarrà quando gli avremo tolto anche il calcio? La pallavolo è già migrata dalla palestra di San Lucio, la prossima vittima sacrificale sarà lo sport nazionale per eccellenza, il calcio.
Diciamoci le cose come stanno, è strano vedere un amministrazione comunale che ha investito tanto sullo sport impegnarsi così tanto per far sparire le associazioni che fanno attività sul territorio.

Sono lontani i tempi in cui il Boville era in serie D ed il sindaco Fabrizi ogni domenica era in panchina e si perdono nella notte dei tempi in cui, in piena campagna elettorale, quella del 2008, Piero si sobbarcava di chilometri per seguire la squadra dell'allora patron Gianni Milani anche nelle trasferte lontane. Chissà, forse le categorie inferiori e le squadre composte da ragazzi locali a Piero proprio non piacciono.

Del resto, come sorprendersi visto che in sette anni è un pochino questo il trattamento che ha riservato alla Bovillense, facendo sentire i giovani del territorio, i figli di quelli che pagano le tasse per intenderci, ospiti a casa propria. Piero non sosteneva loro, Piero sosteneva la squadra di "galacticos". Poi, sono retrocessi e Piero che pure non è stato mai parco nei contributi alla squadra di calcio, si è defilato. Con passo felpato, da politico navigato.

Qualcuno in paese maligna sostenendo che lui, Piero, ha smesso di sostenere il Boville perché realtà molto vicina al suo ex vice sindaco, Memmo Di Cosimo. Naturalmente, i lettori di Radio Boville si rifiutano di credere a questa singolare tesi non fosse altro perché crediamo che Piero sia una persona intelligente, abbastanza intelligente da capire che un comportamento cosi infantile, puerile alla fine danneggerebbe soltanto i più deboli in tutta questa storia : i ragazzi del nostro paese.

Non si è potuto far nulla in queste ultime settimane per sistemare il campo, nemmeno inviare il personale del comune al campo per aiutare a pulire e sistemare. Chissà, forse sono stati troppo impegnati a recuperare la recinzione della scuola elementare del centro storico, ancora arrugginita. Magari sono stati a rattoppare le strade del territorio che pure ci sembrano ancora piene di buche che sembrano voragini.

Magari sono stati fermi, a contemplare il panorama che si gode dal nostro stupendo centro storico, in orario lavorativo, con tanto di pizza e mortadella? Chissà.

Di certo, a sentire i boatos di questi ultimi giorni, pare che gli amministratori abbiano avuto la geniale idea di togliere la tribuna riservata agli ospiti dal campo di calcio per sistemarla all'interno del bocciodromo. Roba che nemmeno una mente illuminata con Einstein poteva arrivare a tanto.

Viene da chiedersi .. perché Piero si diverte a rimpallare le responsabilità nei meandri della burocrazia griffata Bassanini mentre tutti sanno che certe scelte sono esclusivamente politiche? Lui, Piero, sarà pure un politico navigato ma di certo nessun dei cittadini di Boville porta l'orecchino al naso. Soprattutto i ragazzi, quelli che non si accontentano di una stretta di mano fugace, magari in occasione di qualche funerale. Di quelli, Piero non ne perde uno. Ma si sa, ai funerali ci trovi quasi sempre gli anziani. I giovani sono andati a scuola, è più difficile prenderli in giro.